POST – 11° EDIZIONE DEL CIRCOLO DELLA SICUREZZA-PARENTING

Si è conclusa l’undicesima edizione del Circle of Security-Parenting, il programma ideato da Bert Powell, Glen Cooper, Kent Hoffman, Bob Marvin (2014) che si basa sull’attaccamento nella relazione tra genitore e figlio, dalle prime fasi della nascita a tutte le successive tappe di crescita.
È stato un viaggio intenso e coinvolgente di otto incontri. La Dott.ssa Laura Rapanà ha lavorato con i genitori con l’obiettivo di fornire loro strumenti per costruire una relazione sana con i propri figli.
I genitori, durante il percorso, hanno appreso che il Circolo della Sicurezza rappresenta la relazione genitore figlio e che ogni bambino ha bisogno, fin dal giorno della nascita, che il genitore sia per lui una base sicura dalla quale partire per esplorare il mondo e un porto sicuro cui ritornare per fare il pieno di emozioni. Nel Circolo della Sicurezza, la funzione genitoriale è rappresentata con l’”offrire le mani”.
Il Circolo è una mappa che aiuta a osservare i propri figli, a guardare attraverso i loro occhi, a capire di cosa hanno bisogno. Un figlio ha necessità che il genitore stia con lui sul Circolo perché solo l’“Essere insieme”, l’essere in sintonia gli consentirà di organizzare le emozioni e di sviluppare un attaccamento sicuro.
I genitori sono partiti dall’ascolto dei propri figli fino a comprendere che è importante ascoltarsi e riflettere, che essere presenti a sé stessi significa anche essere presenti ai propri figli.
Durante tutto il percorso del Circolo della Sicurezza, i genitori si sono messi in gioco, lavorando sulle proprie debolezze, condividendo, i problemi, le paure e le riflessioni; si sono dati il permesso di esprimere le loro emozioni, i loro sentimenti.
Nel corso degli incontri, i genitori hanno acquisito la consapevolezza che un figlio ha bisogno di genitori sufficientemente buoni, di mani forti, grandi, sagge e affettuose che portino serenità e fiducia e che non bisogna essere perfetti.
Vi sono emozioni che un genitore è in grado di gestire e altre no, vi sono bisogni del proprio figlio che possono far scattare nel genitore la “musica dello squalo” facendogli provare paura per bisogni in realtà sicuri.
Nel percorso, la Dott.ssa Laura Rapanà ha sottolineato che, quando emerge la musica dello squalo, è importante riflettere su cosa stia succedendo dentro di sé, cambiare comportamento e tornare ad essere genitori più saggi, più grandi e più affettuosi.
Negli ultimi incontri del Circolo della Sicurezza i genitori hanno appreso che le rotture di rapporto con i propri figli sono quotidiane e che è importante affrontarle e recuperarle.
Per affrontare e recuperare le rotture, è importante essere consapevoli del proprio stato d’animo e di quello del figlio; se c’è stata una rottura, il genitore, prendendosi la responsabilità del proprio comportamento, insegna a proprio figlio/a come gestire i rapporti, come relazionarsi con gli altri.
Dopo una rottura possiamo sempre riparare!
Un ringraziamento di cuore a voi genitori che mi avete accompagnato in questo viaggio mettendovi in gioco, ciascuno nel proprio modo e contribuendo a creare un bel gruppo… di tantissime emozioni e di “essere insieme”! E questo si evidenzia dalle vostre bellissime riflessioni su cosa vi è stato più utile e su cosa pensate possa essere utile ad altri genitori:
“Il vero senso delle mani”. “Riuscire a concedersi uno spazio aperto per osservare, comprendere, agire in maniera migliore. Fermarsi a riflettere nel preciso istante su cosa ha bisogno il bambino per avere le mani sicure presenti nel cerchio”.
“C’è sempre la possibilità di riparare in caso di rottura ed essere connessi rientrando nel cerchio”. “Saper riconoscere la musica dello squalo e in caso di rottura cogliere l’opportunità di rientrare nel cerchio”.
“Capire l’importanza di essere connessi col proprio figlio, di riconoscere i suoi bisogni nelle diverse circostanze e di non cedere alle tentazioni di pensare che è un “bambino cattivo” o “dispettoso” ma solo che si sta comportando male”. “Criticare sé stessi o il bambino è una strada senza uscita”. “Un bambino che si comporta male non va criticato ma aiutato”.
“Visualizzare concretamente le dinamiche che vivevo con le mie figlie”. “Identificare degli elementi trigger” scatenanti delle singole frasi così come identificare dei “trigger” positivi che mi aiutino a gestire le situazioni di rottura à come tornare nel cerchio in modo efficace”. “La centralità della riparazione”.
“È un percorso molto concreto che offre esempi visivi e pratici delle dinamiche vissute nel rapporto con i propri figli”. “Aiuta a rafforzare la consapevolezza di quello che nella relazione con i figli si vive e a concentrarsi sull’esercizio di individuare i propri punti di “debolezza”, spesso responsabili di una gestione sub-ottimale della crisi di un bambino”.
“È molto utile anche da essere riapplicato nei rapporti tra adulti”. “Ho imparato a soffermarmi di più sui miei bambini, sui loro bisogni e a interrogarmi sui motivi per cui alcune situazioni mi mettevano a disagio e non erano gestibili”. “Mi è servito a capire quanto io voglia cambiare strada rispetto a quelle che sono “abitudini” sbagliate tramandate dai miei genitori”. “Non è mai troppo tardi! “.
“Penso sia utile a tutti i genitori che si soffermano e si domandano cosa non riescono a gestire nel rapporto con i propri figli”. “Avere un gruppo, scadenze temporali e uno spazio aperto dove poter parlare e confrontarsi mi ha aiutato moltissimo”. “Penso, come me, tanti altri genitori (magari alla prima esperienza e senza supporto familiare sufficientemente “aperto”) potrebbero sentirsi meno soli, rincuorati e più sicuri dalla frequentazione del corso che offre anche molti spunti interessanti su cui riflettere anche a livello personale oltre che genitoriale”.
Centro AIP Ascolto per L'integrazione Psicologica