TI RACCONTO UNA FAVOLA: le favole come strumento educativo

di Manuela Marangio

“La fiaba è quel luogo dell’immaginario dove adulti e bambini si possono incontrare senza rischi di incomprensioni: ognuno ci trova quello che vuole, ognuno fa il suo percorso fantastico”               (Iacoponelli, 2008)

tI RACCONTO UNA FAVOLA

Ognuno di noi ha avuto esperienza diretta o indiretta, da genitore o da figlio, delle affascinanti doti di una fiaba.

Raccontare, leggere, interpretare una fiaba ha un valore speciale perché assieme alle parole si trasmettono emozioni, suoni e magiche atmosfere. Il volto incantato di un bambino durante l’ascolto di una favola esprime appieno questo meraviglioso valore.

La fiaba, la madre di tutte le forme narrative, si rivolge quindi al mondo emotivo e favorisce l’apprendimento.  Attraverso luoghi immaginari si attivano risorse interne in grado di fare esprimere il meglio di se stessi, scoprendo, fantasticando e progettando.

La fiaba, inoltre, è spesso narrata più di una volta; la ripetizione ha una funzione importante, rappresenta una rassicurante sicurezza e al tempo stesso fornisce nuove opportunità; non annoia, non banalizza il racconto, anzi lo arricchisce ogni volta di nuovi significati, ne accresce il valore, ne fortifica la morale.

Le fiabe sono racconti fantastici che hanno delle caratteristiche ben precise:

  • I personaggi sono reali o di fantasia.
  • Il tempo narrato è lontano e indefinito.
  • I luoghi sono poco caratterizzati e vaghi.
  • Sono presenti contemporaneamente elementi di realtà e di fantasia.
  • C’è una struttura: ovvero da una situazione problematica si arriva a una soluzione positiva.

Le fiabe hanno un’importanza essenziale nello sviluppo del bambino. Perché?

Leggere insieme una favola è un momento di condivisione, che all’interno della routine quotidiana permette ai genitori e ai bambini di fermarsi e di dedicarsi del buon tempo insieme, favorendo la vicinanza emotiva e promuovendo la comunicazione.

La lettura favorisce lo sviluppo cognitivo del bambino, che apprende nuovi vocaboli e diversi elementi linguistici e che impara a concentrarsi.

La fantasia e la creatività vengono sviluppate e incrementate grazie alla lettura di storie che offrono infinite possibilità e scenari sempre nuovi.

Attraverso le storie, i bambini conoscono modalità relazionali positive (collaborazione, solidarietà) o negative (gelosia, inganno) e ne comprendono le conseguenze. Vengono a contatto con personaggi dalle caratteristiche positive e negative, s’iniziano a interrogare sul bene e sul male, si chiedono come è giusto comportarsi e imparano le regole sociali. Le favole trasmettono sempre dei valori e sono quindi importanti per lo sviluppo morale dei bambini.

Il lieto fine delle storie e la soluzione del problema che il protagonista raggiunge, stimolano speranza e fiducia nella vita e nel futuro, e insegnano l’importanza e il valore dell’impegno per raggiungere i propri desideri e i propri obiettivi.

Attraverso la lettura delle storie, i bambini entrano in contatto con il loro mondo emotivo e possono trovare, grazie ai personaggi della favola, risposte e soluzioni alle difficoltà e alle paure che si trovano ad affrontare nella vita reale. Il bambino, infatti, si affeziona ai personaggi, si immedesima in loro e vive in prima persona le loro emozioni, imparando dalle loro avventure.
Il beneficio della fiaba sta proprio nel fatto che permette al bambino di vivere emozioni forti in modo protetto, senza esserne il diretto protagonista, e godendo della vicinanza di un adulto.

Il racconto di una favola soddisfa il naturale desiderio che i bambini hanno di sentirsi narrare degli eventi e permette lo sviluppo del pensiero narrativo, ovvero quella capacità cognitiva attraverso cui le persone strutturano la propria esistenza e le danno significato.

Perché le storie funzionano così bene nell’aiutare i bambini con le loro emozioni?

Parlare ai bambini di emozioni, comprendere cosa stanno provando e aiutarli nell’esprimere cosa stanno vivendo può essere difficile. I bambini spesso utilizzano espressioni vaghe, inesatte o forvianti per descrivere le loro esperienze emotive, non hanno un vocabolario linguistico ricco e preciso e le parole che utilizzano possono non permetterci di comprendere appieno i loro vissuti. Le storie, invece, possono comunicare con i bambini a un livello più profondo e molto più immediato rispetto al linguaggio comune. Il linguaggio di tutti i giorni è, infatti, un linguaggio del pensiero, mentre parlare attraverso una storia, o rappresentare quello che si vuole dire usando bambole o pupazzi, o attraverso la creta, un disegno o con la sabbia, significa usare un linguaggio diverso, quello dell’immaginazione. Questo è il linguaggio naturale per i bambini. Un linguaggio che permette di parlare delle emozioni con incredibile chiarezza e ricchezza. La mente parla naturalmente di questioni emotive attraverso storie, come accade nei sogni, dove immagini e metafore sono il mezzo scelto per elaborare emozioni forti del nostro passato e presente, così come le paure e le speranze del nostro futuro. Una storia permette di fare un sogno da svegli.

Una storia può funzionare come biglietto d’ingresso per il mondo emotivo di un bambino, con delicatezza e rispetto potremo parlare dei suoi vissuti e delle sue esperienze più intime. Una storia parla di questioni emotive e problemi comuni, ma ne parla all’interno del mondo dell’immaginazione e non in quello della cognizione. Essa ha lo scopo di parlare con empatia e precisione dei vissuti e delle esperienze che il bambino sta vivendo. Attraverso immagini espressive, mondi fantastici, scenari evocativi può rendere il bambino capace di vedere, ascoltare, e sentire con più chiarezza, offrendogli una profonda empatia. Che cosa accade nella mente di un bambino quando gli raccontiamo una buona storia?

La buona storia (Sunderland, 2014):

  • Offre delle opzioni alternative sul comportamento da tenere di fronte a difficoltà o ostacoli.
  • Offre nuove possibilità e soluzioni creative per fronteggiare e superare problemi all’apparenza insormontabili.
  • Mostra come trattare in modo più efficace e meno doloroso i più comuni problemi emotivi.
  • Fornisce soluzioni per un nuovo modo di essere e di comportarsi.

Una storia può dare coraggio a un bambino spaventato dalle sue emozioni, emozioni troppo forti o troppo dolorose, e può permettergli di rimanerci in contatto per tutto il tempo necessario a pensare davvero a ciò che sta succedendo e a quello che sta provando. Quando il suo primo istinto sarebbe stato di scappare, grazie a una favola può permettersi di dare spazio ai suoi vissuti emotivi. Questo perché le immagini metaforiche e il protagonista della storia, che sta affrontando proprio ciò che il bambino sta vivendo, gli forniscono un mezzo per osservare i propri sentimenti da una distanza di sicurezza.

Le storie, che gli adulti raccontano e che i bambini amano farsi raccontare, rappresentano quindi un importante strumento educativo e una speciale opportunità per accogliere le paure, i dubbi, le speranze e per rafforzare un legame di fiducia e di dialogo.

Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
(G.K. Chesterton)

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Bibliografia