Il Counselling Come Relazione d’Aiuto

A cura di: Emanuela Barbacci e Vania Volterra

Il counselling nasce in America, dove si affermanegli anni ’50 grazie a Carl Rogers; si diffonde poi in Gran Bretagna e nel resto d’Europa e in Italia a partire dagli anni ’70.

Il counsellor è un professionista, un agevolatore nella relazione d’aiuto: il percorso formativo del counsellor prevede almeno 450 ore di attività didattica, pratica esperienziale supervisionata, tirocinio e lavoro di crescita personale. Il percorso di counselling costituisce una risposta pratica ed efficace alla complessità e alla mutevolezza della vita odierna.

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 In un percorso di counselling il counsellor e il cliente lavorano insieme per raggiungere un obiettivo concordato entro un tempo circoscritto e determinato, ovvero una serie di incontri fino ad un massimo di 12.

 Il ruolo del counsellor è quello di aiutare il cliente a comprendere le dinamiche che mette in atto all’interno delle sue relazioni, a riconoscere i suoi punti di forza e a sperimentare nuovi comportamenti più funzionali al suo benessere, a compiere scelte consapevoli e ad assumersi la responsabilità per la soluzione delle sue difficoltà. Il cliente è sostenuto dal counsellor nel gestire i suoi problemi utilizzando le risorse che già ha, ma che non sempre è in grado di riconoscere o di utilizzare in modo efficace.

 Il percorso di counselling aiuta il cliente a prendersi cura di sé lavorando sul presente, sulle emozioni che emergono nel “qui e ora”; a differenza di un percorso di psicoterapia, non si lavora sul profondo o sul passato, bensì sugli attuali schemi di pensiero e di azione, sulla soddisfazione dei bisogni, sull’acquisizione di una maggiore consapevolezza, che diviene base fondamentale per tcounseling_help635rovare la motivazione al cambiamento.

 La parola counsellor deriva dal verbo latino “consulere”, che non significa consigliare, ma “avere cura di”, “darsi pensiero”, “venire in aiuto”, “provvedere a”.

Il counsellor non aiuta il cliente suggerendo soluzioni o dando consigli, bensì aiuta la persona ad aiutarsi, a trovare punti di vista alternativi per affrontare le difficoltà, chiarendo pensieri e sentimenti e procedendo progressivamente verso un modo di vivere più soddisfacente e autonomo.

 Alla base della relazione di counselling vi è un clima di collaborazione e reciprocità in cui il cliente è accolto, ascoltato e compreso empaticamente, assistito e accompagnato nell’affrontare le sue difficoltà. Nella relazione, Il counsellor, mette a disposizione la sua professionalità, le sue tecniche, la sua autenticità e la sua disponibilità ad accettare incondizionatamente il cliente per quello che è, senza giudicarlo, attraverso l’approccio relazionale, basato sul dialogo e sull’esperienza, la gestione di un rapporto simmetrico e alla pari tra counsellor e cliente, in cui il cliente è protagonista attivo delle proprie soluzioni.

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 Le tecniche utilizzate dai counsellor del centro AIP si basano sul modello pluralistico integrato, ovvero su un uso mirato e combinato di diverse tecniche e orientamenti in base alle esigenze del cliente, dunque modellate sulla persona e secondo i bisogni emergenti.

L’approccio integrato considera le persone uniche e indivisibili, e cerca di dare una risposta che tenga conto della complessità del comportamento dell’essere umano, delle sue dimensioni di pensiero, di sentimento e di comportamento.

 Il counsellor lavora in rete, collabora con altre figure professionali sia della salute mentale sia di altri contesti.

 Il counselling è soprattutto l’incontro tra due persone e la costruzione di una relazione efficace, la creazione di un contesto accogliente e protetto nel quale il cliente può interagire con la realtà in maniera creativa, sperimentare nuove modalità di relazione e nuove esperienze emotive.