Il sostegno psicologico nella riabilitazione cardiologica

Autori: Dott.ssa Laura Rapanà e Dott.ssa Lucia Bonella

Le malattie cardiovascolari rappresentano le condizioni mediche più diffuse nelle società industrializzate e, per le loro caratteristiche, presentano un impatto significativo sullo stato funzionale  e sul  benessere soggettivo delle persone colpite.

Per tale motivo, da qualche decennio la psicologia ha trovato nell’ambito cardiologico un proprio spazio operativo focalizzato sui temi della prevenzione delle malattie, della tutela e della promozione della salute.

cardiologiaLa prevenzione secondaria è oggetto della riabilitazione cardiologica e rientra in un approccio globale e multidisciplinare che combina gli interventi necessari  per garantire le migliori condizioni fisiche, psicologiche e sociali del paziente con cardiopatia cronica, affinché possa recuperare o mantenere il proprio ruolo nella società (Linee guida sulla riabilitazione cardiologia,1999).

I principali obiettivi degli interventi riabilitativi e di prevenzione secondaria comprendono: la riduzione dei sintomi legati alla malattia, limitarne la progressione, migliorare la capacità funzionale residua per favorire il reinserimento e aumentare il benessere fisico, mentale e sociale.

In sintesi, è necessario migliorare globalmente la qualità di vita dei pazienti e ridurre il rischio di nuovi eventi cardiovascolari.

Lo sviluppo delle malattie cardiovascolari riconosce un’eziologia multifattoriale.

Lo stile di vita di un individuo, ossia il complesso di abitudini di vita quotidiana riguardanti in particolare l’alimentazione e i consumi, i ritmi di riposo e di lavoro, diffuso nelle società industrializzate, rappresenta uno dei principali aspetti che favorisce la comparsa di tali patologie. Sono universalmente considerati fattori di rischio: età, sesso, familiarità, pressione arteriosa, diabete, alimentazione scorretta, abitudine al fumo, sedentarietà e abuso di alcool.

A questi si aggiungono i fattori psicosociali, emozionali, di personalità (Giusti, Rapanà, 2011) e ambientali:

  • – disturbi ansiosi e depressivi;
  • – ostilità;
  • – rabbia;
  • – elevato stress lavorativo;
  • – lavoro precario;
  • – supporto familiare e sociale ridotto/assente;
  • – status socioeconomico modesto;
  • – eventi di vita stressanti;
  • – basse capacità di coping.

I fattori emozionali e socio ambientali spesso interagiscono tra loro influenzandosi reciprocamente e possono essere presenti contemporaneamente esponendo il soggetto a rischi maggiori: per es., un soggetto in una situazione lavorativa stressante, con ridotte capacità di difesa per affrontare gli stress, in condizioni socio-economiche modeste, con facilità è portato a reagire con abitudini di vita non sane ( Giallauria et al. 2004; Rafanelli C. et al. 2005).

L’obiettivo dell’intervento psicologico in riabilitazione cardiovascolare (Corda, Bonella, 2009) è quello di:

  • – aiutare  il paziente e la sua famiglia a comprendere ed esprimere la dimensione  emotiva  che accompagna l’evento patologico per facilitarne l’adattamento;
  • – individuare e porre in azione le strategie più  adatte per il controllo dei fattori di rischio e per la modificazione dei comportamenti e  attivare e incoraggiare l’autogestione dei trattamenti riabilitativi appresi;
  • – recuperare una soddisfacente qualità di vita.

Il tipo di trattamento psicologico terrà conto delle particolari esigenze terapeutiche di ogni singolo paziente così come emergerà da una valutazione psicologica integrata. In generale gli interventi attuabili possono essere:

  • –  interventi psicoterapeutici di supporto  per  gli aspetti emozionali-affettivi e mirati a sostenere il paziente nel  riconoscere, elaborare ed esprimere i vissuti associati all’esperienza di malattia e alle conseguenze ad essa connesse;
  • – interventi di educazione alla salute a carattere informativo-formativo, il cui obiettivo è quello di favorire la conoscenza della malattia e l’apprendimento  dei problemi riguardanti la malattia, la sua gestione ottimale e la modificazione dei comportamenti di rischio;
  • – consulenza su aspetti specifici che possono riguardare problemi familiari e di coppia, sulla sessualità, di reinserimento sociale, professionale etc.
  • – tecniche di rilassamento psicocorporeo, molto importanti per le potenzialità di recupero psicofisico e per la riduzione di disturbi psicofisiologici associati all’ansia.

cuore

Nel trattamento dei pazienti, in particolare anziani, assumono una grande importanza i familiari (Rapanà, 2008).

La malattia rappresenta un evento critico e delicato che può produrre effetti e reazioni disfunzionali all’interno di un sistema familiare.

Bisogna pertanto prendere in considerazione gli aspetti emotivi e relazionali della famiglia che può presentare elevati livelli di stress e la messa in atto di strategie di coping disfunzionale per fronteggiare la situazione e influire negativamente sulla gestione e sul cambiamento degli aspetti comportamentali legati ai fattori di rischio.

In tali casi sono utili incontri psicoeducativi o di sostegno psicologico direttamente ai familiari.

 

Riferimenti bibliografici

Ceci V., Chieffo C., Giannuzzi P., et al. (1999), Linee guida ANMCO-SIC-GIVFRC sulla riabilitazione cardiologica. G. Ital. Cardiol., 29: 1057-1091.

Corda F., Bonella L. (2009), Interventi psicologici in riabilitazione cardiologica. Quaderni di Villa Sandr.; vol. XVIII.

Giallauria F., Romano M., De Lorenzo A., et al. (2004), Fattori che condizionano l’adesione e la partecipazione ai programmi di Riabilitazione Cardiologica. It J Practice Cardiol, 3: 20-26.

Giusti E., Rapanà L. (2011), Narcisismo. Valutazione pluralistica e trattamento clinico integrato del Disturbo Narcisistico di Personalità. Nuova Edizione, Sovera, Roma.

Rapanà L. (2008), Disturbo cardiaco e fattori psicologici nel paziente anziano. Sezione di Psicologia e… Psicoterapia del Periodico Cultura Informazione AERRE Anziani Rispettati, Anno 11, Lug./Set., n. 7, Latina.

Rafanelli C., Pancaldi L., Ferranti G., et al. (2005), Eventi stressanti e disturbi depressivi quali fattori di rischio per sindrome coronarica acuta. Ital. Heart Journal, suppl. 6.