“Lasciamo-gli la mano – Sintesi dell’evento”

“Dal “Progetto Soffermiamoci…”

L’incontro di venerdì 20 Novembre, “Lasciamo-gli la mano!”, tenuto dalla Dott.ssa M. Paola Latino (Pediatra) in collaborazione con la Dott.ssa Laura Rapanà (Psico loga, Psicoterapeuta), ha avuto la finalità di offrire ai genitori di figli preadolescenti uno spazio in cui trovare solidarietà nelle problematiche comuni, un momento per potersi soffermare su ciò che sta accadendo.

lasciamo

L’adolescenza è un processo in cui si afferma la prima identità del ragazzo, è caratterizzata da cambiamenti rapidi, nuovi nel corpo, nel pensiero, nei punti di riferimento, nei valori, nell’appartenenza alla scuola. E’ una fase evolutiva difficile da gestire per i genitori che si trovano a confrontarsi con problematiche diverse: la sfida, la provocazione, il mutismo, la difficoltà scolastica.

La preadolescenza mette le basi a tutto ciò; è quindi un momento iniziale di cambiamenti importanti nella dinamica relazionale con il genitore.

Per trasformare il cammino dei figli in un cammino comune, è importante che i genitori trovino uno spazio per l’ascolto, si soffermino su cosa rappresenta per loro questo momento, su come si comportano con i propri figli; per meglio comprendere empaticamente ciò che stanno provando i propri figli, è opportuno che i genitori ritornino con la memoria alla propria adolescenza, a come si sentivano, a come si comportavano con loro i genitori.

E’ importante che un genitore si chieda quale sia la sua distanza dal figlio.

Spesso è difficile, per il genitore, capire le sfumature delle difficoltà (difficoltà comunicative, timidezza, paura di non essere accolto dall’altra parte…) dei figli, quando i ragazzi vogliono essere aiutati e quando no. Per avere un rapporto costruttivo, è opportuno negoziare con gli adolescenti, contrattare sulle richieste, riconoscere il proprio e il loro bisogno.

Lo stare in relazione del genitore con il figlio adolescente può essere rappresentato con la metafora del tiro alla fune.

Un bambino nel tiro alla fune si mette dalla stessa parte dei genitori, l’adolescente invece va dall’altra parte. Diverse sono le modalità con cui si può tirare la corda: la si tira tutta dalla propria parte, la si molla subito oppure si sta al gioco e si tira la corda solo quando occorre.

Nel tiro alla fune con il figlio adolescente è importante per il genitore sentirsi, stare in relazione, stare nel gioco: se il genitore tira troppo il ragazzo viene bloccato, se il genitore molla il ragazzo si ritrova con la corda da solo, senza un confine, un limite, diversamente se il genitore modula il tiraggio, tirando o mollando quando necessario,  il figlio si sente più tranquillo e meno in tensione.

“Un ringraziamento a tutti i genitori che hanno partecipato e che ho visto mettersi in discussione, confrontarsi e riportare le proprie esperienze portando così una ricchezza emotiva all’incontro che immagino abbia permesso una piccola crescita a ciascun partecipante”.

Il presidente

Laura Rapanà